Ecco cosa succede quando la formazione incontra le persone, non solo i programmi.

Ecco cosa succede quando la formazione incontra le persone, non solo i programmi.

Il mio lavoro? Non è solo un lavoro: è una missione

Ci sono momenti in cui il senso profondo del nostro lavoro ci appare in tutta la sua forza, limpido e potente.

Per me, formatore e coach, uno di questi momenti è arrivato di recente, leggendo le parole di un mio discente, Lorenzo.

Un ragazzo di circa 25 anni, con un passato difficile e tanta voglia di riscatto, che ha deciso di mettersi in gioco senza paura, con la sua indole genuina e vera.

In questo articolo voglio condividere con voi la sua testimonianza, un messaggio che mi ha colpito nel profondo, ma soprattutto voglio raccontarvi perché amo questo lavoro, e perché per me non è semplicemente “insegnare”, ma molto di più.

Il valore umano prima del contenuto

Spesso si pensa alla formazione come a una semplice trasmissione di conoscenze e competenze, magari scandita da slide, esercizi e verifiche.

Ma quello che davvero conta, e che cerco di trasmettere, è che la formazione è prima di tutto un incontro umano.

Quando lavori con persone giovani, come Lorenzo e tanti altri, ti accorgi che il valore più grande non è tanto ciò che imparano sui contenuti tecnici, ma ciò che emerge dentro di loro: la motivazione, la consapevolezza, la voglia di mettersi in gioco.

È un processo di crescita personale che va ben oltre le nozioni.

Il mio ruolo è quello di accompagnare questo processo, di stimolare, provocare, sostenere.

E lo faccio sempre con la consapevolezza che, mentre loro imparano, io imparo insieme a loro.

Formo formando, come dico spesso, perché ogni esperienza formativa mi arricchisce e mi spinge a migliorare.

La storia di Lorenzo: coraggio e autenticità

Lorenzo mi ha scritto di recente un messaggio che voglio condividere integralmente qui sotto, perché racchiude in poche righe il senso più vero di tutto il percorso fatto insieme.

Leggetele. Perché dentro ci trovate tutto: la fatica, il coraggio, e anche quella bellezza che, certe volte, la formazione riesce a tirare fuori. 👇

“Ciao prof! Volevo ringraziarti un sacco per il percorso che abbiamo fatto assieme con i ragazzi di Ricam Academy, sei riuscito a farmi capire di non cercare di nascondere la mia indole e di sfruttare la mia genuinità per comunicare in maniera impattante, tant’è che mi hanno selezionato al colloquio per un’agenzia immobiliare per le imprese nonostante abbia messo sul tavolo anche il mio passato e le mie difficoltà in adolescenza.

Spero che questo ti motivi ancora di più nel fare il tuo lavoro, perché non formi solo giovani ragazzi ma molto spesso puoi anche cambiare la loro vita.

Ti ringrazio infinitamente e spero che tu possa cambiare il modo di pensare anche ad altri ragazzi come me🙏🙏 ti auguro il meglio 🫶🏻”

Leggere queste parole è stato per me un momento di grande emozione.

Non tanto per il risultato di Lorenzo, che pure è importante, ma perché ha deciso di mostrarsi senza maschere, con il suo passato e la sua autenticità.

È quella la vera vittoria.

Formare non è un lavoro, è una scelta di vita

Non posso nascondere che questo tipo di feedback sia il carburante più potente per continuare a fare questo mestiere con passione e dedizione. Il mio lavoro non lo vivo come un lavoro.

È la mia scelta di esserci, di fare la differenza, di credere nel potenziale di ciascuno.

La formazione, quando è vera, cambia le persone. Le trasforma.

Le rende più forti, più consapevoli, più autonome.

E questo vale sia per chi la riceve, sia per chi la dà.

Ecco perché amo il mio lavoro.

Perché ogni giorno è una sfida, un’occasione per scoprire qualcosa di nuovo dentro chi incontro e dentro me stesso.

Perché formare significa anche formarsi, e questa è una fortuna che mi gratifica profondamente.

Un invito a mostrare la propria verità

Chiudo questo articolo con una riflessione e un invito.

Quante volte ci nascondiamo per paura del giudizio, del rifiuto, della fragilità?

Quante volte preferiamo mettere una maschera piuttosto che rischiare di essere visti davvero?

E se provassimo a fare come Lorenzo?

A metterci in gioco con autenticità, a mostrare chi siamo, con le nostre luci e le nostre ombre?

Forse è lì, in quella verità, che si aprono le porte più grandi.

Se stai leggendo e senti che è arrivato il momento di fare questo salto, sappi che non sei solo.

E che percorsi di formazione autentici possono davvero accompagnarti in questo cammino.

Condivido qui sotto il post che ho pubblicato sui miei canali social con il messaggio di Lorenzo, per chi volesse leggerlo anche lì.

"La storia di Lorenzo"

Il mio lavoro? Non lo vivo come un lavoro.

È la mia scelta di esserci, di fare la differenza.

Ci sono giornate in cui ti fermi un attimo, leggi un messaggio… e ti si riaccende tutto dentro.

Amo quello che faccio.

Lo amo perché non si tratta solo di spiegare cose, ma di incontrare persone. Di ascoltare, di provocare, di far nascere qualcosa.

E ogni volta, lo ammetto, imparo almeno quanto insegno.

Mi formo formando. E forse è proprio questo che mi tiene vivo.

Poi arriva un ragazzo come Lorenzo.

Con la sua storia, le sue difficoltà, il suo modo diretto e vero di stare al mondo.

Uno che poteva decidere di nascondersi, e invece ha scelto di mettersi in gioco. Di esporsi. Di provarci davvero.

E oggi… si sta prendendo il suo spazio.

Se vuoi approfondire questo percorso, o se senti che è arrivato il momento di cambiare, scrivimi.

Sarò felice di accompagnarti.

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Alberto Fornari - Coach Motivazionale

Coach Professionista con una forte passione per lo sviluppo personale e il potenziamento delle competenze individuali. Dopo anni di esperienza nel campo del coaching e della formazione, Alberto si dedica alla guida e al supporto di professionisti e privati alla ricerca di una realizzazione personale e professionale. Attraverso i suoi seminari, workshop e sessioni individuali, Alberto  aiuta le persone a esprimere al meglio il loro potenziale, incoraggiandole a definire e raggiungere i loro obiettivi.